Si sa come il sodalizio Lenzi/Merli abbia segnato l’ epoca del poliziottesco, ma c’ è stato anche un altro regista con cui il biondo attore romano ha conosciuto una parte importante della sua carriera, il marchigiano di Civitanova Marche, Stelvio Massi, insieme al quale realizzò ben sei pellicole, l’ ultima delle quali, a mio parere, ha rappresentato una delle migliori prove attoriali di Merli, “ Poliziotto solitudine e rabbia, anno di uscita 1980, con le musiche stupendamente malinconiche di Stelvio Cipriani.
In questa pellicola di co – produzione italo tedesca, che rappresenterà ( quasi ) l’ ultima fatica di Merli nel genere poliziottesco, prima di “ Buitres sobre la ciudad “, il Commissario dagli occhi di ghiaccio interpreta la parte di un ex poliziotto ritiratosi a vita privata, Nicola Rossi, che viene reclutato da un suo collega, Tony, nelle cui vesti vediamo l’ attore spagnolo Francisco Rabal, per sconfiggere un’ organizzazione criminosa operante fra Italia e l’ allora Germania Ovest, più precisamente fra Venezia e Berlino Ovest. A Murano arriva un industriale tedesco che dovrà essere protetto, ma un killer ucciderà sia lui che Tony. Il killer sarà catturato e fatto parlare con le dovute maniere da Nicola, il quale poi prenderà il suo posto, recandosi a Berlino Ovest, dove farà la conoscenza di un’ affascinante e misteriosa donna, Vivien, interpretata dalla bella Jutta Speidel, con la quale l’ ex poliziotto intraprenderà una relazione. Grazie a lei, Nicola riuscirà a sconfiggere l’ Organizzazione, ma a caro prezzo in quanto Vivien, ormai dalla sua parte, verrà barbaramente uccisa. In una delle scene finali, vediamo il Capo dell’ Organizzazione salire su un aereo e fuggire via, ma un colpo di pistola sparato da Nicola lo ferirà mortalmente. Nicola, per quanto uscito vincitore, si sentirà amaramente sconfitto e depositerà la sua pistola allontanandosi tristemente e malinconicamente, proprio come un “ poliziotto solitudine e rabbia “.
Nella prima parte della sua carriera poliziottesca, Merli ha interpretato sempre il ruolo del Commissario tutto d’ un pezzo, duro e cazzuto, per dirlo alla Laura Belli, manesco, violento e dal grilletto facile, ma sempre onesto, leale e corretto. Nel sodalizio con Massi, invece, il suo ruolo è stato sempre quello di un personaggio maggiormente riflessivo, malinconico ed in qualche modo sconfitto, pur uscendo sempre vincitore. Il suo sguardo, forte e deciso in “ Roma a mano armata “ o in “ Napoli violenta “, ha lasciato spazio alla rassegnazione in “ Poliziotto solitudine e rabbia “, nonché in “ Un poliziotto scomodo “ ed in “ Buitres sobre la ciudad “. Meglio il Merli prima maniera od il Merli seconda maniera, meglio il Commissario duro e cazzuto o il Merli rassegnato e maliconico? E’ una domanda alla quale è difficile dare una risposta, ma la sola risposta che mi sento di dare con assoluta certezza è che se non ci fosse stato Maurizio Merli non ci sarebbe stato il poliziottesco.
Stefano Steve Bertini