Come ben sapete, uno dei migliori interpreti, se non il migliore, del filone poliziottesco, è stato il compianto, da ormai quasi 30 anni, Maurizio Merli, colui che, molte volte, non era amato dalla critica per via del suo ruolo scomodo di “ poliziotto giustiziere “. Ed il biondo attore con i baffi non si esime da questo ruolo anche in questa pellicola del 1976, “ Paura in città “, un film di Giuseppe Rosati, già regista di “ La polizia interviene, ordine di uccidere “, in cui, curiosamente, il Commissario si chiamava Mario Murri, proprio come nella pellicola che andrete a leggere oggi. Le musiche, romanticamente soporifere, sono di Giampaolo Chiti. Altri più che buoni interpreti di questa pellicola sono Raymond Pellegrin, nel ruolo del capo della banda, Lettieri, James Mason, che interpreta un bonario Questore, la bella e malinconica Silvia Dionisio, Laura Masoni il personaggio da lei interpretato, Fausto Tozzi, nel ruolo del Maresciallo Esposito e Cyril Cusack, Giacomo Masoni il personaggio ricoperto.
Lettieri, con tutta la sua banda, dodici elementi in tutto più Giacomo Masoni, evade dal carcere di Regina Coeli e, subito, alcuni suoi uomini iniziano a mietere, in rapidissima sequenza, una serie di omicidi nei confronti delle persone che avevano collaborato a farli arrestare. Al Questore viene suggerito di richiamare il Commissario Murri, ormai trasferito in Alta Italia, ma questi rifiuta per via dei mezzi di indagine non propriamente ortodossi del Commissario; proprio in quel momento, però, il Questore riceve una telefonata dal telefono rosso ed è Sua Eccellenza che, anche se non si sente quello che dice, auspica il ritorno di Murri, ed il ritorno di Murri avviene. L’ incontro fra i due è freddamente cortese con il Questore che vieta a Murri l’ uso delle armi “ se non strettamente necessario “ . A lui sarà affiancato, per vigilare sul suo operato, l’ integerrimo Procuratore Lo Cascio. Murri, ogni tanto, ha dei flashback in cui rivede sua moglie e sua figlia camminare felici. Il Commissario, nel frattempo, entra in azione: rapina con morto e Murri, prendendo una moto ad un cittadino per motivi di servizio, inizia uno spettacolare inseguimento per le vie di Roma fino ad arrivare ad una rimessa di mezzi pesanti dove, con l’ aiuto dei suoi uomini, riesce ad avere la meglio sui due banditi, dopo avergli mollato, come suo solito, una buona dose di sganassoni. Il biondo Commissario si fa consegnare dai suoi uomini il fascicolo della banda Lettieri ed, in mezzo a questo, vede anche Giacomo Masoni, ex responsabile di un settore ferroviario, e condannato a sei anni per aver praticato l’ eutanasia alla moglie, malata terminale di cancro. Ma la domanda che si pone è: perché evadere quando mancano solo quaranta giorni alla scarcerazione? Perché Lettieri ha portato con sé questa persona? Per cercare di capirlo, Murri si reca ad una casa di appuntamenti dove lavora la nipote di Masoni, Laura, la quale, però, non si ricorda molto dello zio. Dopo un’ iniziale diffidenza, fra i due scocca la scintilla dopo una sera a cena ed un ritorno burrascoso in autobus in cui Murri fa ancora sfoggio delle sue innate doti da duro sgominando quasi da solo quattro bulli di periferia. Murri confida a Laura di soffrire di “ cupio dissolvi “, una sorta di desiderio di autodistruggersi, come se provasse un senso di colpa. Nel frattempo, la banda di Lettieri, con tre elementi, riprende la sua attività: rapina in banca e fuga in auto con un prete come ostaggio. Murri fa finta di cedere alle richieste dei banditi, ma si nasconde nel bagagliaio e, uscitone, uccide i tre banditi senza pietà, con le immagini della moglie e della figlia che scorrono davanti a lui. Ovviamente, Lo Cascio non approva l’ operato del Commissario, con il Questore che cerca di fare buon viso a cattivo gioco. Il biondo Commissario sfugge ad un attentato al cimitero, mentre sta portando i fiori sulla tomba della moglie e della figlia e dopo un breve conflitto a fuoco uccide due uomini di Lettieri, al secondo sparandogli alle spalle mentre questi sta fuggendo, con le solite immagini che ripercorrono la sua mente. Lo Cascio, a questo punto, non può far altro che chiedere la sospensione dal servizio del Commissario il quale, però, chiede al Questore di dargli altre 48 ore ed i suoi uomini per arrestare Lettieri ed il resto della banda avendo scoperto il motivo per cui Masoni era stato fatto evadere: due volte all’ anno, il mite impiegato si occupava di due spedizioni di banconote destinate al macero da Milano a Roma per un totale di circa 20 miliardi di lire.
Scene finali: Lettieri uccide Masoni, ormai diventato inutile avendo assolto il suo lavoro, e si reca, con un finto nome e con i suoi uomini travestiti da agenti, a ritirare il carico di banconote, ma il Commissario è lì che li aspetta. Ed è carneficina, come nella tradizione dei migliori poliziotteschi, dove muoiono sia buoni che cattivi, ma Murri vuole uccidere Lettieri e, dopo un breve inseguimento, vi riuscirà. Lettieri butta per terra la pistola, ma Murri lo giustizia. Vedendo l’ ultimo fotogramma dei ricordi del Commissario, vediamo la moglie e la figlia salire a bordo della macchina che esplode al momento dell’accensione. Murri, dopo anni, ottiene la sua vendetta che, forse, se non fosse stato richiamato in servizio, nemmeno avrebbe cercato. Accompagnato all’ aeroporto dal fido Esposito, lo saluta in attesa del processo, ma c’è una lieta sorpresa: ad attenderlo c’è Laura che parte con lui e qui, da perfetto lieto fine, scorrono i titoli di coda.
Un poliziottesco per alcuni tratti violento, tipico dell’ epoca, con la figura del Commissario giustiziere ormai tipica di Merli e di altri suoi colleghi, ma con un Commissario insolitamente romantico che si lascia anche andare all’ amore, come raramente era avvenuto nelle precedenti pellicole e che, invece, avverrà molto più di frequente con gli ultimi film girati con Stelvio Massi. Un film più che buono, con interpreti all’ altezza, con un Merli double face molto credibile.
Stefano Steve Bertini