Stelvio Massi non diresse solo Maurizio Merli nella sua seconda fase poliziottesca, ma ebbe la bravura e la fortuna di dirigere uno degli attori in quegli anni maggiormente in voga, a metà degli anni ’70 un vero e proprio idolo quale Franco Gasparri ne la trilogia di Mark il poliziotto che cominciò proprio con questo primo titolo per proseguire con “ Mark il poliziotto spara per primo “, e terminare, nel 1976, con “ Mark colpisce ancora “. Tutte e tre le pellicole ebbero grandissimo successo, in particolare le prime due, essendo Franco Gasparri bello, buono, bravo e particolarmente fotogenico. Per quanto riguarda l’ ultima pellicola, vi è da dire che non c’era nessuna analogia con le prime due, per quanto il personaggio si chiamasse ancora Mark, perché, innanzitutto, il cognome, in questo caso, era Patti, mentre nelle prime due occasioni, era Terzi e poi per il fatto che in questo terzo film, Patti era un semplice agente, mentre nelle prime due pellicole era nei panni di un Commissario. La pellicola è girata principalmente fra Roma e Vienna, con alcune scene ambientate anche a Milano e a Corsico. Le musiche, al posto giusto ed al momento giusto, sono di Stelvio Cipriani.
Mark Patti è un giovane agente romano molto ambizioso che vuole fare carriera, ma il suo capo, il Commissario Mantelli, nella cui parte troviamo Giampiero Albertini, gli assegna sempre casi minori; un bel giorno, però, quasi per caso, si trova coinvolto in un intrigo internazionale, venendo adescato da due terroristi, Paul Henkel ed Olga Kuber, interpretati da John Steiner e Marcella Michelangeli, con la seconda che nota la sua spigliatezza ed il suo ribellarsi alla Polizia. Prima di proseguire, voglio raccontarvi due brevissimi aneddoti su questi due attori: il primo è stato uno dei cattivi per eccellenza del cinema di genere, stessa cosa si può dire per la seconda, come è stato ad esempio ne “ Il grande racket “, salvo poi interrompere prematuramente la propria carriera cinematografica per una profonda crisi personale. Proseguiamo nella trama del film: a Mark viene offerto quello che sembra un lavoro semplice, cioè accudire una persona che è rimasta ferita dopo aver ucciso un pezzo grosso in un attentato e, nel momento in cui questa persona morirà, il suo lavoro cesserà, almeno così pare. Il terrorista muore, ma il lavoro di Mark non finisce qua, anzi, sarà proprio da qui che partirà una nuova vita per Mark Patti che si dovrà confrontare, per far conoscere le mosse dei due terroristi, con l’ Ispettore dell’ Antiterrorismo Pappadato e poi con l’ Ispettore Altman, nella cui parte troviamo John Saxon che sembra all’ inizio appoggiare Patti, ma poi si scoprirà essere un doppiogiochista e, nel tentativo di far uccidere l’ agente italiano, finirà lui crivellato di colpi. Stragi ed attentati si susseguono, con Olga che si dimostra molto tranquilla, al contrario di Hans che dimostra un carattere molto inquieto, con la donna che inizierà a dimostrare un forte sentimento nei confronti del giovane poliziotto. Mark, casualmente, sfugge ad un paio di attentati, mentre quello che doveva essere un altro attentato, fallisce perché dei borseggiatori prendono la borsa con dentro una bomba che poi esplode. Olga viene catturata, mentre Mark ed Hans riescono a fuggire ma, prendendo poi un treno con passeggeri in ostaggio, riescono a farla liberare ed a fuggire a bordo di un elicottero con il quale poi atterrano in un autodromo e fuggono via. Rientrati in un casolare, Hans per caso scopre, durante un telegiornale che le principali azioni terroristiche sono state sventate proprio da Mark Patti e fa per andare ad ucciderlo ma, per sbaglio, uccide Olga che cade sotto i suoi colpi. Mark riesce a fuggire e, dopo un breve conflitto a fuoco, causa un’ esplosione che uccide Hans. Dopo aver svolto brillantemente il suo compito e dopo un breve colloquio telefonico con il suo capo Mantelli, decide di rimanere a Vienna almeno ancora un paio di settimane per validi motivi e qui scorrono gli immancabili titoli di coda.
Come possiamo definire questa pellicola? Un misto di spionaggio poliziottesco gradevole dall’ inizio alla fine con, per gli amanti del poliziottesco verace, alcune immancabili scene di morti truci ed inseguimenti spettacolari di un livello più che buono.
Un paio di curiosità su Franco Gasparri per concludere: per quasi tutta la durata del film, lo vediamo con i suoi caratteristici capelli riccioli, mentre nell’ ultima scena lo vediamo con i capelli lisci. Poi, come nelle due precedenti pellicole, è sempre stato doppiato da uno dei re del doppiaggio quale Michele Gammino, ma in quest’ ultimo film della trilogia è doppiato in un marcato accento romanesco.