Fino ad oggi, numerosi sono stati i Commissari che avete avuto modo, mi auguro, di apprezzare: da Maurizio Merli a Luc Merenda, da Franco Gasparri a Enrico Maria Salerno, Claudio Cassinelli, Henry Silva ed altri, che hanno fatto la storia del genere poliziottesco. Fino ad oggi, però, non avevate avuto modo di conoscere ed apprezzare la figura di Franco Nero, figura di fondamentale importanza perché è proprio con lui che si passa, con “ La polizia incrimina, la legge assolve “ dal genere poliziesco al poliziottesco, con la figura del poliziotto giustiziere, che lotta contro tutti senza ottenere quella giustizia per la quale ha lottato una vita e che poi, colpito nei più profondi affetti familiari, alla fine si metterà alla stregua dei delinquenti. A onor del vero, “ La polizia ringrazia “ , uscito l’ anno prima, potrebbe essere considerato il primo poliziottesco, ma la figura del Commissario Bertone, interpretato da Enrico Maria Salerno, non rientrava ancora nel ruolo del “ Commissario giustiziere “. Vi è da dire, vedendo il film di cui fra poco leggerete, che, probabilmente, il ruolo di poliziotto giustiziere non calzava proprio a pennello a Franco Nere e, difatti, successivamente, venne scelto Maurizio Merli che, per assomigliare al suo predecessore, si fece crescere i baffi proprio come lui, interpretando i film di cui siete a conoscenza.
“ La polizia incrimina, la legge assolve “ è un film molto bello, forte, con molte scene crudeli, ma anche con molto sentimento. E’ un film del 1973, con la regia di Enzo G. Castellari, che poi firmò, fra gli altri, anche “ Il grande racket “ e le musiche sempre validissime dei fratelli De Angelis, musiche che, poi, in parte saranno riutilizzate per Roma violenta e Napoli spara.
Come ho fatto la settimana scorsa, anche in questa occasione vorrei cercare di attirare la vostra attenzione sulle scene maggiormente significative, però un minimo di trama vi invito a leggerla.
Il Commissario Belli, interpretato da Franco Nero, lotta con tutte le sue forze, a Genova, contro un ingente traffico di droga che sta mettendo a ferro e fuoco la città. A cercare di aiutare l’ impulsivo Commissario è un altro Commissario, Scavino, interpretato da James Whitmore. Il traffico di droga è gestito da due bande rivali, quella degli insospettabili fratelli Franco ed Umberto Griva, interpretati da Silvano Tranquilli e Duilio del Prete, e dal boss Cafiero, nella cui parte troviamo Fernando Rey. Adesso che vi siete fatti un’ idea, vi descrivo le scene principali:
1_ il Commissario Belli, al porto di Genova, è sulle tracce de “ Il Libanese “ e, dopo un breve inseguimento a piedi scatta un inseguimento in macchina, purtroppo nella pellicola della sola durata di cinque minuti rispetto agli otto reali, ma in ogni caso molto molto spettacolare, inseguimento che inizia dal porto di Genova per terminare a Santa Margherita Ligure, passando anche per Recco e Rapallo. Macchine ammaccate, ruote stridenti e ripartenze sgommanti sono il must per gli amanti del genere. Arrestato il libanese, Belli fa per portarlo in Questura, ma la macchina su cui viaggiava insieme ad altri agenti esplode, con il Commissario che, miracolosamente, si salva. In questa scena, anche se non si vede, si sente una mamma urlare disperata il nome della sua bambina, tragicamente perita nello scoppio.
2_ I principali sospettati, come ricordato, sono gli insospettabili fratelli Griva, ed il meno insospettabile Cafiero. Da mesi, sta lavorando sui due fratelli il Commissario Parrino, che sta raccogliendo le prove della loro colpevolezza in un dossier; Parrino, però, è titubante nel consegnare il dossier alle autorità competenti e questo provoca accese discussioni con Belli il quale lo accusa o di aver paura o, ancora peggio, di essere connivente con questi pezzi grossi. Parrino, ovviamente, non ci sta e nelle sue orecchie, di notte, riecheggiano le parole di Belli. Parrino, allora, decide di andare a consegnare lo scottante dossier al Procuratore, ma mentre sta per salire in macchina viene freddato da un killer con tre colpi di pistola, ed il dossier sparisce con il killer che torna fra i suoi compagni che stanno scioperando. Belli promette di ripreparare il dossier in molti mesi, alle orecchie dei cattivi, in pochi giorni alle orecchie delle poche persone in cui ancora nutre fiducia.
3_ Belli ha una compagna, Mirella, interpretata da Delia Boccardo ed una figlia con cui ha un rapporto stupendo, Anita, nei cui panni troviamo Stefania G. Castellari, figlia di Enzo G. Castellari. La bambina ha un’ adorazione per il padre e, col tempo, inizierà anche ad apprezzare la nuova compagna di papà. Molto dolci sono le scene in cui compagna e figlia di Belli si rincorrono sulla spiaggia in uno dei rari momenti in cui il biondo Commissario riesce ad essere sereno, ma nella testa gli riecheggiano le parole di Cafiero che lo aveva avvisato di vegliare sui suoi affetti familiari perché, con le rivelazioni che il boss gli aveva fatto, questi erano a rischio e, difatti, così sarà. Prima, viene picchiata a sangue la compagna e poi, in una scena molto crudele, si vede la figlia investita appositamente da due uomini di Umberto Griva al quale, in precedenza, era stato ucciso il fratello dagli uomini di Cafiero, Cafiero che poi verrà ucciso, a sua volta, dopo essersi trasferito a Marsiglia dove sperava di riacquisire il comando delle operazioni. Notare come nella versione italiana non ci sia la morte del boss, mentre la trovate in quella americana. Belli ha alcuni flashback ed ha negli occhi il momento in cui accompagna la figlia alla stazione per cercare di allontanarla dai pericoli a cui stava andando incontro, con la figlia che lo implora di restare con lui.
4_ A Marsiglia è previsto un vertice della mala, ma Belli ne è a conoscenza e con i suoi uomini riesce a sventare l’ operazione, pur con numerose perdite. Il Commissario riesce anche ad uccidere i killer di Anita, ma ormai per lui nulla ha più senso. Varie frasi e varie immagini si fanno spazio nella sua mente, fra l’ essere più ragionevole, detto da Umberto Griva, all’ essere più furbo, frase pronunciata da Parrino. Le parole della bambina riecheggiano, con Belli che prima sorride e poi si incupisce sentendo la sua bambina implorarlo di non lasciarla sola. Belli, poi si gira, e si sente un colpo di pistola che sembra uccidere il Commissario, ma è solo lui che immagina la sua morte, con gli ultimi flashback di Griva, la macchina della polizia che esplode e Parrino ucciso che, probabilmente, lo perseguiteranno finchè sarà in vita. E qui, come sempre, scorrono i titoli di coda.
Un film forte, violento, ma anche con scene sentimentalmente valide e, soprattutto, purtroppo, con quel solito senso di impotenza che rimane a chi ama questo genere di film perché se è vero che in quasi tutte le pellicole fin qui analizzate ed in quelle che verranno c’è una sorta di lieto fine, con il cattivo di turno che viene ucciso o messo in galera, troviamo sempre quel senso di incompletezza dovuto alla mancanza di giustizia a causa della quale tantissimi innocenti vengono uccisi e lasciano lo spettatore con in bocca un retrogusto alquanto amaro.
Ultima curiosità: è tipico di Enzo G. Castellari girare le scene più significative al rallentatore, per renderle ancora più coinvolgenti.
Stefano Steve Bertini