Nella mia analisi del genere poliziottesco non mi ricordo di aver fino ad oggi analizzato un film con Marcel Bozzuffi che si svolgesse a Bologna. Questo, è il caso della pellicola di cui vi vado a raccontare oggi, “ La polizia è sconfitta “, titolo molto emblematico e proprio alla fine del film capirete il perché. Oltre all’ attore francese, nel ruolo del Commissario Grifi, troviamo un cattivissimo e molto efficace Vittorio Mezzogiorno, che interpreta il bandito Valli. Questo poliziottesco, di buona fattura, è del 1977, il regista è Domenico Paolella, al suo unico film di genere ed ha le musiche, nostalgicamente efficaci, di Stelvio Cipriani.
Bologna è sotto la morsa del racket ed i commercianti non sanno come fare; quelli che decidono di non sottostare, però, fanno una brutta fine. I taglieggiatori, travestiti da tecnici dell’ allora SIP, entrano nei negozi e mettono un congegno esplosivo che entra in funzione quando il telefono del locale fa uno squillo, squillo che avviene grazie a Valli che, dopo la seconda esplosione ai danni di un negozio di abbigliamento, si mette a calciare un pallone sgonfio come se nulla fosse, mentre nel primo caso ad essere distrutto era stato un bar, il cui proprietario, miracolosamente, sopravvive ma, quando Grifi va in ospedale per fargli vedere le foto di alcuni possibili taglieggiatori, il barista sta in silenzio, assumendo un’ espressione di paura quando vede la foto di Valli, ma continuando a tacere; il silenzio, però, non gli servirà, in quanto verrà ucciso in ospedale con la gola tagliata e finito a coltellate. Nel frattempo, a Bologna, da Milano, arriva l’ agente Brogi, che aveva richiesto il trasferimento dal capoluogo lombardo a quello felsineo perché Milano era diventata troppo violenta e la sua vita era perennemente a rischio, ma Grifi gli chiede di aiutarlo a catturare Valli. Inizialmente, Brogi rifiuta, ma poi accetterà, e farà parte di una Brigata Speciale proprio costituita da Grifi il quale, in un filmato, farà vedere e capire come in Italia, rispetto ad altri paesi europei, non manchi tanto la quantità di agenti a disposizione ma si debba lavorare sulla qualità e lui stesso provvederà ad allenare i suoi uomini, senza che questi siano sopraffatti da paura e corruzione. In un ristorante, si compie l’ ennesima follia di Valli: Grifi ed un suo collega entrano in un ristorante dove si trova Valli insieme ad alcuni suoi compari ed alcune ragazze, fra le quali la donna del bandito, e Valli uccide senza pietà il poliziotto poi fuggendo via; nel conflitto, resta ucciso anche Platanìa, un uomo del bandito e fratello del Tunisino, interpretato da Nello Pazzafini, uno dei più noti caratteristi del cinema italiano, nel ruolo di un protettore.
“ Non sposi mai un poliziotto “, è la frase, molto significativa che la vedova del poliziotto ucciso rivolge alla compagna di Grifi al funerale del marito. Due momenti che segnano: una delle ragazze che era con Valli che piange sul segnale di Stop e la vedova che accarezza, con dolcezza, un giovane poliziotto.
Rapina ed inseguimento per la periferia di Bologna, dai contorni spettacolari: tre banditi agli ordini di Valli fuggono, ma poi, dopo che la loro macchina si cappotta e prende fuoco, vengono arrestati. Valli, in attesa di un passaporto per poter fuggire, cerca di uccidere Brini, a passeggio con la compagna Anna, ma il tentativo fallisce. Il Tunisino, nel frattempo, viene arrestato e, dopo una certa reticenza, afferma di sapere dove si nasconda Valli, ma il bandito sfugge all’ arresto, uccidendo anche uno degli uomini della Brigata Speciale. Il Questore, a questo punto, dà carta bianca a Grifi, concedendogli 48 ore per portargli il bandito; Grifi sguinzaglia i suoi uomini in giro per Bologna, in cerca di informazioni preziose per arrestare Valli. Nel frattempo, il Tunisino, per aver parlato, viene prima pestato, poi evirato ed infine mitragliato da Valli, il quale continua nella sua opera di eliminazione. Avete presente il Tomas Milian in “ Milano odia, la polizia non può sparare “? Ecco, il livello di follia e di ferocia, più o meno, è lo stesso. Valli, ormai, è rimasto da solo, è un cane randagio in fuga, visto che tutti i suoi uomini vengono fermati. Il bandito telefona al proprietario di un night club perché ha bisogno di soldi e di un passaporto: i due si incontrano allo stadio Dall’ Ara, ma dopo che a Valli viene intimato di andare via il prima possibile perché se non ci pensa la polizia a farlo fuori, ci penseranno altre persone, lo spietato delinquente non si fa scrupoli ad uccidere anche questa persona.
Scene finali: Valli sta scappando con la sua donna, la quale poi viene fatta scendere dalla macchina; il bandito, però, salito su un autobus, non si accorge di essere seguito da Brogi, il quale avvisa il Commissario di averlo avvistato e di volerlo seguire. Brini gli intima di non farlo, ma ormai la conversazione è caduta. Brogi sale sull’ autobus, una bambina dice alla mamma “ Mamma guarda, una pistola “, e Brogi viene barbaramente fatto fuori da Valli, ma questa sarà la sua ultima uccisione. Brini, da fuori, spara dentro all’ autobus e ferisce Valli, il quale ormai è disarmato e non può più nulla. Dopo aver chiuso gli occhi del suo agente, Brini trascina a forza giù dall’ autobus Valli il quale, però, viene letteralmente linciato da una folla ormai esasperata dalle continue vessazioni ed inferocita, con Brini che si salva a stento dalla follia omicida. E qui, con il corpo del bandito a terra privo di vita, termina il film.
Avete capito, vero, il perché del titolo di questo film violento, forte, giustizialista ed in molti casi cattivo? Un film che ti lascia con molti punti interrogativi e che, nonostante la morte del cattivo di turno, lascia molto amaro in bocca. La polizia è sconfitta …..
Stefano Steve Bertini