Ne “ I gabbiani volano basso “, del perugino di nascita Giorgio Cristallini, Maurizio Merli svolge il ruolo di Albert Morgan, reduce dal Vietnam e killer di professione e già qui vedere l’ ex Commissario nel ruolo dell’ antagonista fa un certo effetto. Fisicamente vediamo un Merli/Morgan molto trasandato con capelli lunghi ed increspati, occhiali da sole scurissimi e lunghi baffi lasciati crescere come se non ci fosse un domani; eppure vi dirò che il Merli versione killer che uccide la sua vittima senza pietà e con pochissime parole è molto più convincente del Merli “ sentimentale “, con capello corto e ripulito, senza un filo di barba e baffi, un po’ come lo vediamo in “ Poliziotto sprint “. E’ come se senza barba e baffi avesse perso tutto il suo mordente, la sua carica recitativa, un po’ come Sansone quando senza i suoi capelli aveva perso tutta la sua forza distruttiva; infatti, anche la seconda parte è meno coinvolgente rispetto alla prima con Albert Morgan che, dopo un banale disguido in aeroporto , vedrà la sua vita completamente stravolta e da killer si troverà ad essere un uomo in fuga dopo che il mandante dell’ omicidio, uno scialbo Mel Ferrer, verrà a sua volta ucciso. Una storia d’ amore nata quasi per caso con la bella Nathalie Delon, presso il negozio della quale si rifugia ed alla quale rivolgerà questa profetica frase “Oggi io sono come uno di quegli insetti e un giorno o l’altro una goccia mi colpirà “ e la continua fuga dai suoi killer rappresentano il tratto distintivo della seconda parte del film che avrà, per il nostro protagonista, un tragico epilogo quando, ormai disarmato e colto di sorpresa, all’ aeroporto verrà freddato senza pietà dopo una struggente telefonata con Isabelle, Nathalie Delon, alla quale dichiara il suo amore rimpiangendo di averla incontrata così tardi.
Noir sentimentale, come mi è piaciuto definirlo, una pellicola in cui Merli impersonifica, scusate il gioco di parole, un personaggio “ double face “, prima killer spietato poi uomo innamorato che cerca una qualche forma di redenzione, che vuole cambiar vita, che confessa il suo delitto all’ amata, che ha trovato l’ amore, ma per il quale il destino è ormai segnato. Il cast non è di prim’ ordine, ma la sola presenza di Merli, di un Ferrer seppur in tono minore e delle belle Delon e Lassander con una discreta colonna sonora del Maestro Pregadio fanno di questo film, seppur non un capolavoro, un apprezzabile prodotto.
Stefano Steve Bertini
In qualità di “ esperto “ cinematografico, non potevo non essere conoscitore di un particolare genere da me ribattezzato “ noir sentimentale “, una tipologia di film in cui provò a cimentarsi Maurizio Merli in piena epoca poliziottesca, nel 1977, proprio quando il genere poliziottesco stava inesorabilmente calando non tanto di quantità, bensì di qualità. L’ attore romano provò a ritagliarsi uno spazio in una differente tipologia cinematografica, e la pellicola, pur non spiccando per velocità ed una trama pur convincente nella prima parte, meno nella seconda, si presenta come prodotto tutto sommato abbastanza valido.
Ne “ I gabbiani volano basso “, del perugino di nascita Giorgio Cristallini, Maurizio Merli svolge il ruolo di Albert Morgan, reduce dal Vietnam e killer di professione e già qui vedere l’ ex Commissario nel ruolo dell’ antagonista fa un certo effetto. Fisicamente vediamo un Merli/Morgan molto trasandato con capelli lunghi ed increspati, occhiali da sole scurissimi e lunghi baffi lasciati crescere come se non ci fosse un domani; eppure vi dirò che il Merli versione killer che uccide la sua vittima senza pietà e con pochissime parole è molto più convincente del Merli “ sentimentale “, con capello corto e ripulito, senza un filo di barba e baffi, un po’ come lo vediamo in “ Poliziotto sprint “. E’ come se senza barba e baffi avesse perso tutto il suo mordente, la sua carica recitativa, un po’ come Sansone quando senza i suoi capelli aveva perso tutta la sua forza distruttiva; infatti, anche la seconda parte è meno coinvolgente rispetto alla prima con Albert Morgan che, dopo un banale disguido in aeroporto , vedrà la sua vita completamente stravolta e da killer si troverà ad essere un uomo in fuga dopo che il mandante dell’ omicidio, uno scialbo Mel Ferrer, verrà a sua volta ucciso. Una storia d’ amore nata quasi per caso con la bella Nathalie Delon, presso il negozio della quale si rifugia ed alla quale rivolgerà questa profetica frase “Oggi io sono come uno di quegli insetti e un giorno o l’altro una goccia mi colpirà “ e la continua fuga dai suoi killer rappresentano il tratto distintivo della seconda parte del film che avrà, per il nostro protagonista, un tragico epilogo quando, ormai disarmato e colto di sorpresa, all’ aeroporto verrà freddato senza pietà dopo una struggente telefonata con Isabelle, Nathalie Delon, alla quale dichiara il suo amore rimpiangendo di averla incontrata così tardi.
Noir sentimentale, come mi è piaciuto definirlo, una pellicola in cui Merli impersonifica, scusate il gioco di parole, un personaggio “ double face “, prima killer spietato poi uomo innamorato che cerca una qualche forma di redenzione, che vuole cambiar vita, che confessa il suo delitto all’ amata, che ha trovato l’ amore, ma per il quale il destino è ormai segnato. Il cast non è di prim’ ordine, ma la sola presenza di Merli, di un Ferrer seppur in tono minore e delle belle Delon e Lassander con una discreta colonna sonora del Maestro Pregadio fanno di questo film, seppur non un capolavoro, un apprezzabile prodotto.
Stefano Steve Bertini