Quando sono andato ad affiggere i manifesti negli spazi elettorali per la campagna referendaria sulle trivelle petrolifere, per il SI, sono rimasto sorpreso in quanto gli spazi riservati ai partiti e comitati erano soltanto due. Il primo spazio è stato richiesto e concesso a SEL-Sinistra Italiana ed il secondo al comitato per il SI della Puglia, nessun altro partito ha richiesto gli spazi d’affissione !
Ciò la dice lunga sull’interesse al tema delle concessioni per le trivellazioni petrolifere, al punto che mi sono domandato se è soltanto il PD ad essere condizionato dalla lobby dei petrolieri, come a dimostrato il caso del ministro Guidi e compagno, sul caso Total, oppure se anche altri partiti sono condizionati dai petrolieri.
Lo scandalo ha avuto l’effetto di aprire una grande finestra sulle pressioni che esercitano alcune lobby nella politica del nostro Paese, in particolare quelle delle banche, del petrolio, delle cooperative e della farmaceutica, al punto che gli elettori si sono accorti che il 17 aprile si vota per un referendum di cui altrimenti non avrebbero sentito parlare. Secondo la rivista “Investire Oggi”, il 75% degli italiani hanno manifestato la volontà di andare a votare, ma non sappiamo alla fine quanti in realtà vi si recheranno. Comunque sia, che si raggiunga o meno il quorum elettorale, i sondaggi dicono che il SI vincerebbe con il 65% dei voti e che comunque più della metà degli italiani non vorrebbero un pozzo petrolifero vicino casa.
Serve una forte presa di coscienza da parte dei cittadini, che la questione è importante per le aree interessate dalle trivellazioni ma anche per una questione di principio di fondo e cioè che le concessioni non possono essere date fino ad esaurimento del pozzo e quindi in teoria fino all’infinito, perché altrimenti bisognerebbe capire perché non lo si fa nel caso delle concessioni pubbliche delle spiagge, dei campeggi e degli stabilimenti balneari, tenendo conto che nessuno può garantire sull’effettiva mancanza di rischio d’inquinamento quando gli impianti invecchiano.
L’altra questione sta nel fatto che occorre investire nello sviluppo delle energie rinnovabili e che nel caso specifico della Total in Basilicata, nemmeno un barile di petrolio resterebbe in Italia perché dal porto di Taranto partirebbe con le petroliere verso la Turchia con tutti rischi ambientali a carico nostro. A 120 miglia da Lampedusa, la settimana scorsa vi è stato un incidente in una piattaforma petrolifera che ha inquinato il mare per chilometri attorno, ma nessuno ne ha parlato ! Le concessioni servono invece proprio a verificare se sono o no cambiate le condizioni del loro essere sul piano ambientale e su tutte le altre questioni economiche, sociali e amministrative.
Un voto al SI contro le trivelle, significa che i cittadini ed il paese devono rimanere sovrani sulle decisioni che riguardano la propria salute, il proprio territorio e il proprio ambiente. E’ un voto anche contro la corruzione e contro le lobby che comprano e controllano la politica.
Doriano Simeoni
SEL – Sinistra Italiana