Per caso è capitato a voi, cortonesi e non, di passare per Sant’Egidio dopo l’ecatombe del maltempo dello scorso Marzo? Io non c’ero mai ripassato e quando l’ho fatto, in questi giorni, sono rimasto esterrefatto. Gli scenari naturali, specie nella parte alta (dalla zona della Villa Guglielmesca passando per il piazzale dove un tempo si potevano fare i picnic, fin su all’Alta dove alloggiano i ripetitori) sono letteralmente irroconoscibili rispetto a quanto eravamo abituati a vedere
Una quantità enorme di alberi sono caduti, piegati, decimati dei propri rami. Gli interventi post-maltempo sono stati massicci, con tantissime piante pericolanti che sono state (necessariamente) tagliate. Davvero sembra di essere da un’altra parte, in uno scenario quasi da film post-atomico. Il danno al nostro patrimonio naturale è enorme
Precisando che non è certo colpa di nessuno, se non della forza bruta della natura, e che i lavori di risistemazione sono stati assolutamente degni (specie se rapportati alla portata della devastazione inflitta alle aree boschive), il cuore si stringe
Di fronte a tutto questo ritengo opportuno sottolineare la necessità assoluta di aumentare le tutele per quello che può ancora essere, nonostante il danno ricevuto, un vero “tesoro” per Cortona. In chiave turistica, ma anche per aumentare le opportunità e la qualità della vita di chi abita la città etrusca e la campagna
E’ piuttosto evidente che la Montagna cortonese è sempre stata sfruttata poco. Negli ultimi anni lo scarso utilizzo che se ne poteva fare è ancor più scemato a causa dell’inevitabile diminuzione degli interventi di manutenzione
Adesso, però, sarebbe davvero opportuno un progetto di rilancio. Chi ha idee, se c’è, si faccia avanti