Gira parecchio sui social un aberrante video in cui i concorrenti di un quiz televisivo non sono neppure in grado di collocare le figure storiche di Hitler e Mussolini prima del 1945, solitamente accompagnato da commenti indignati sulla preparazione di questi disgraziati e sullo stato dell’istruzione pubblica. Tutto vero, tutto condivisibile: mancanze come queste sono assolutamente inaccettabili. Ma c’è un però.
Il però è che non ritengo l’indignazione (che è spesso una forma di rassegnazione) la soluzione migliore al problema. Continuare a dire che la colpa è di altri, che è tutto demerito degli insegnanti, significa lasciare le cose come stanno, e noi non possiamo accettarlo. Se molti di noi non conoscono certe cose, è anche demerito nostro, anche tuo. La cultura non è una cosa da confinare nelle scuole, ma un vento potente che dovrebbe uscire dalle finestre e permeare la vita di tutti i giorni. Chi di noi sa qualcosa, dovrebbe tentare di trasmetterlo, e salvaguardare storie e competenze che rischiano di essere perse. Lo dobbiamo ai nostri coetanei – parlo ai giovani come me – e ai nostri figli.
È per questo motivo che questa mattina ho approfittato della Autogestione del Liceo Classico “Signorelli” di Cortona per raccontare, con l’aiuto di un allievo del quinto anno (l’ottimo Luca Tartacca), chi è stato Luigi Tenco, un artista tanto valido quanto dimenticato. In due ore abbiamo tentato di spiegare ai ragazzi del ’99 (pensate voi) cos’era un cantautore, cos’era la Scuola genovese e soprattutto cosa ha scritto Tenco, con video e continui approfondimenti.
Abbiamo ascoltato pietre miliari come Mi sono innamorato di te, Cara maestra, Lontano lontano e Vedrai vedrai, e abbiamo parlato del drammatico Sanremo del 1967. Ho visto interesse nei loro volti, forse anche perché per la prima volta sentivano parlare di musica a scuola (l’educazione musicale è praticamente assente negli istituti superiori, a causa di terrificanti scelte ministeriali). Ho impiegato diverso tempo per preparare l’incontro, ma sono soddisfatto di aver dato un contributo, perché Tenco aveva proprio ragione a cantare che appena s’alza il mare, gli uomini senza idee per primi vanno a fondo.