Claudio Cassinelli, Arthur Kennedy, grande attore americano in patria e poi “ emigrato “ in Italia, e Franco Fabrizi sono i più che buoni interpreti de “ La polizia ha le mani legate “ , con la regia di Luciano Ercoli, all’ unico poliziottesco girato in carriera, e con le musiche mai banali di Stelvio Cipriani, anno di uscita 1975. Se vi è piaciuto “ La polizia accusa, il Servizio Segreto uccide “, vi piacerà anche questo film: poliziesco, spionaggio, colpi di scena e qualche ( s )piacevole sorpresa sono il giusto mix di questa pellicola. Certo, non siamo ai livelli del film citato poche righe sopra, però spunti interessanti ce ne sono. Claudio Cassinelli, come in “ La polizia chiede aiuto “, impersona un poliziotto in lotta contro i delinquenti e contro quella giustizia che non fa il suo corso, ma mai svolgendo quel ruolo di giustiziere sommario tipico di tanti suoi colleghi.
Il film, dopo le solite scene di contorno iniziali, va avanti con un fitto dialogo in commissariato e poi in macchina, una Mercedes rattoppata e a gas, come tende a sottolineare sempre il Commissario, fra, appunto, il Commissario Matteo Rolandi, nel cui ruolo c’è Cassinelli ed il suo collega Luigi Balsamo, interpretato da Franco Fabrizi. Balsamo si lamenta per il fatto di non poter indagare in casi importanti, confessando anche, però, la sua paura per le armi; difatti, lascia la sua pistola nel cruscotto dell’ auto di Rolandi. Rolandi sta indagando su un caso di sostanze stupefacenti in cui è coinvolto un trafficante algerino e si reca all’ Hotel Parco dei Principi di Milano, dove si sta tenendo un Incontro internazionale di studi sull’ arte; qui, si fa dare la chiave della camera dell’ algerino dall’ addetto al ricevimento ma, mentre sta frugando fra le sue cose, un ragazzo fa irruzione nell’ albergo dicendo a tutti di scappare perché c’ è una bomba in una valigia ma, dopo una breve colluttazione con il portiere, la bomba esplode, facendo una strage: dodici morti e ventisette feriti, fra cui anche il trafficante algerino. Dell’ indagine si occuperanno il Procuratore Generale Di Federico, Arthur Kennedy l’ attore che lo interpreta, ed il Sostituto Procuratore Bondi. Mentre viene data la notizia alla televisione, due ragazzi stanno ascoltando la notizia in modo disinteressato ….
Durante un tragitto in autobus,in cui si dibatte se sia stata una strage rossa o nera ( … ) Balsamo vede un ragazzo comportarsi in modo strano e scendere, andare verso una cabina telefonica e scrivere questa frase sul giornale “ Alla polizia è stato un errore perdonatemi “; il ragazzo altri non era che quello che aveva messo la bomba, Franco Ludovisi. Balsamo lo insegue ma, minacciato da una pistola, è costretto a lasciarlo andare. Successivamente, racconterà tutto a Rolandi, il quale sarà costretto a dirlo al Commissario capo; nel frattempo, Balsamo riporta una descrizione accurata del ragazzo a Di Federico il quale, considerandolo un prezioso testimone, lo pone sotto protezione portandolo a casa sua. Intanto, molto in alto, si discute se Di Federico sia la persona adatta per questo caso. Lo stesso Di Federico, nonostante pressioni del Ministro, non vuole aiuti esterni, confidando solo su sé stesso e su Bondi. Intanto, Ludovisi, disperato torna nell’ appartamento che condivideva con i due ragazzi che ascoltavano la notizia ( fintamente ) disinteressati e si scopre che la bomba esplosa non doveva esplodere per quell’ attentato. Ai tre viene consigliato di fare le valige e non farsi più vedere. Balsamo, in un momento di libera uscita, viene ucciso da un sicario, in quanto pericoloso testimone, ed al suo funerale, sopra la bara, Rolandi lancia un accendino col quale Balsamo era solito giocare. Intanto, Bondi, trova ( o mette? ) un microfono che intercettava tutti i loro discorsi con Di Federico, il quale si sente, così, maggiormente in colpa per la morte di Balsamo. Rolandi, intanto, prosegue le sue indagini sull’ attentato e va in archivio, senza autorizzazione, ad occuparsene, ma Di Federico, dopo poco, lo scopre e lo intima di non occuparsi più del caso. Rolandi, intanto, aveva scoperto che l’ attentatore, Ludovisi, portava degli occhiali da miope. Ai tre ragazzi coinvolti nell’ attentato viene fatta trovare una macchina per fuggire, ma questa esplode; Ludovisi, però, si salva, in quanto ancora distante dalla macchina esplosa. Rolandi, messosi d’ accordo con un ottico, riceve la telefonata da questo che lo avvisa che Ludovisi è da lui per farsi prescrivere degli occhiali nuovi, ma il Commissario arriva troppo tardi, in quanto Ludovisi, avendo capito la trappola, è fuggito via. Intanto, le alte sfere, con a capo il Colonnello, discutono …. Rolandi parla con una sua informatrice/amica/tossica, Papaya il suo nome, in quanto ritiene che possa essere a conoscenza di qualcosa che lo possa portare a Ludovisi. La ragazza, infatti, conosce molto bene Ludovisi in quanto, si scoprirà poi, anche lei era stata partecipe dell’ attentato. In una stanza di uno squallido hotel si consuma l’ ennesimo omicidio: Ludovisi sente arrivare qualcuno e spara alla porta mancando il bersaglio, dall’ altra parte c’ è Rolandi che spara a sua volta, ma solo ferendo il ragazzo ad una gamba; interviene il misterioso killer che aveva già ucciso Balsamo, stordisce Rolandi e getta giù dalla finestra Ludovisi che morirà poco dopo senza aver mai ripreso conoscenza. Il Commissario, inviso a Di Federico, viene accusato della morte del ragazzo, ma lui in tutti i modi cerca di scagionarsi. Nelle alte sfere, arriva la notizia della morte di Ludovisi ed una chiave passa di mano in mano ….
Scene finali: in commissariato arriva Papaya che si presenta ad un “ interrogatorio “ predisposto da Bondi: durante l’ interrogatorio, la ragazza consegnerà la chiave a Bondi stesso. Rolandi elude la sorveglianza impostagli da Di Federico, raggiunge la ragazza e, dopo aver capito che anche lei era coinvolta nell’ attentato, prova a chiederle qualcosa, ma la ragazza viene uccisa dal solito killer che ha già ucciso Balsamo e Ludovisi. Rolandi lo insegue fin dentro la metro, gli spara, lo ferisce, gli intima di buttare la pistola perché lo vuole vivo, ma il killer fa per sparare un’ ultima volta, così Rolandi si trova costretto ad ucciderlo. Di Federico, nel frattempo, ha capito che dietro a tutto c’ è il “ fedele “ Bondi e così, capendo che non può più fare nulla, rassegna le proprie dimissioni, dichiarando alla stampa che dell’ indagine sull’ attentato si occuperà proprio Bondi. In un ultimo incontro con Di Federico, Rolandi dice queste testuali parole: “ Senza le prove, Eccellenza, abbiamo le mani legate “ …. E qui, praticamente, finisce il film, però con una sorpresa finale che non andrà bene a coloro che credono nella giustizia, ma che andrà bene ai giustizialisti. Qual’ è questa sorpresa? Guardate il film e lo scoprirete.
Un ottimo film d’ inchiesta, non il poliziottesco nel senso letterale del termine, ma un film che deve molto far riflettere anche oggi. Ottimi Cassinelli e Kennedy, mentre Fabrizi, con una recitazione un po’ indietro coi tempi, si difende con le unghie e con i denti. Musiche giuste e coinvolgenti. In conclusione, un film da guardare.
Stefano Steve Bertini