Non vi nascondo che, fino a qualche mese fa, ignoravo l’ esistenza di questa pellicola, ma dopo averlo scoperto ed averne letto una breve trama, mi sono detto: “ Perché non guardarlo? “. Fidatevi, è un gran film che, a parte i primi cinque minuti che, forse, vi potranno un po’ spiazzare ma che poi capirete guardando l’ intera pellicola, ed un’ Agostina Belli bellissima ma doppiata in un poco credibile siciliano, vi terrà col fiato sospeso fino alla fine. Di che film si tratta? Di “ Revolver “, anno di realizzazione 1973, con la regia di Sergio Sollima e con le musiche al posto giusto al momento giusto di Ennio Morricone. Gli interpreti principali sono Oliver Reed, attore britannico, scomparso prematuramente nel 1999 all’ età di 61 anni a La Valletta, durante una pausa dalle riprese del film “ Il gladiatore “, pausa in un pub dove trovò la morte, con la proprietaria che cambiò il nome del suo pub da “ The Pub “ a “Ollie’s Last Pub “, l’ ultimo pub di Oliver, nel ruolo del Vice Direttore del carcere Vito Cipriani, un eccellente Fabio Testi, che ha vestito i panni di Milo Ruiz, il “ cattivo “ di turno, la già citata Agostina Belli, nel ruolo della moglie di Cipriani e Paola Pitagora, che interpreta l’ amica/salvatrice/consigliera di Milo Ruiz, Carlotta. Come possiamo definire questo film? Un poliziottesco, essendo uscito all’ inizio del periodo di maggior fulgore di questo genere, ma con venature di giallo, noir, psicologia spicciola e quella giusta dose di violenza che non può mancare.
Nelle prime due scene si vedono Milo ed il suo compagno di sventure Jean – Daniel in fuga, con il secondo che muore dissanguato e Milo che lo seppellisce sotto i sassi, sul greto di un fiume; nella scena successiva, un importante petroliere, Harmakolas, viene freddato, in pieno giorno, alle spalle.
Vito Cipriani è un tranquillo Vice Direttore di un carcere di Milano e vive felicemente con la moglie Anna ma un giorno, tornando a casa con un mazzo di rose, non la trova più. Arriva una telefonata e dall’ altro capo del telefono una voce con un forte accento siciliano gli comunica che la moglie è stata rapita e che se vorrà rivederla viva dovrà far evadere Milo Ruiz, un delinquente di medio livello, autore di rapine più o meno grosse, ma che nega a Cipriani di conoscere chi lo voglia fuori dal carcere. Cipriani riesce a farlo evadere con uno stratagemma: lo picchia, lo fa ricoverare in infermeria e gli spiega come fare per scappare. Milo crede di essere libero, ma è da qui che iniziano i suoi problemi oltre a quelli di Cipriani, il quale non si persuade che Ruiz non sappia chi lo voglia libero. Mentre a casa lo va a trovare il Maresciallo Fantuzzi che non ha chiara la dinamica della fuga di Ruiz, Cipriani riceve una telefonata dai rapitori della moglie, ai quali conferma che Milo Ruiz è stato fatto evadere. A questo punto, deve avvenire lo scambio con la moglie. Il Maresciallo vuole aiutare Cipriani e scopre il nascondiglio dei rapitori, ma da questi viene fatto fuori, non prima però di aver comunicato a Cipriani dove fosse questo nascondiglio ma come Cipriani arriva, questi sono già andati via, non con Anna, in quanto un losco e potente personaggio, Michel Granier, se l’ è portata a Parigi, liquidando i picciotti. In questo gioco di pedine e di scambi entrano in azione altri bizzarri personaggi quali il “ Grappa “, Joe Lacours ed il cantante Al Niko, tutti, anche se lontanamente, legati a Harmakolas e Milo Ruiz. A questo punto, inizia una lunga corsa contro il tempo per salvare Paola e consegnare Milo a chi di dovere fra fughe in camion ed a piedi fra le Alpi, fughe in cui entra in gioco anche Carlotta. Milo cerca di insegnare a “ vivere “ a Cipriani, facendogli capire, a modo suo, che è lui dalla parte del giusto. Fra i due, si instaura uno strano e forzato rapporto di amicizia/odio con il Direttore che, però, nutre sempre una certa diffidenza nei confronti del bandito. Arrivati a Parigi, dei killer tentano di far fuori Milo, ma Cipriani lo salva e, a questo punto, capisce che Milo è coinvolto in qualcosa di molto grosso. Cipriani, dopo una telefonata con Granier, si reca nell’ appartamento dove si trova la moglie, ma lì prima trova Al Niko morto, sopraffatto da una dose letale di eroina e la moglie in condizioni alquanto critiche e viene stordito. Al suo risveglio, viene sottoposto ad un ricatto: o uccide lui Milo o non rivedrà più la moglie. Granier dice a Cipriani che se non ucciderà Milo, ha dei fogli già pronti in cui si accusa Anna della morte di Al Niko e che dovrà essere ricoverata in clinica per disintossicarsi dall’ eroina. Cipriani, in ogni caso, decide di andare alla Polizia descrivendo accuratamente il suo ricattatore mentre Milo, a letto con Carlotta, ha una discussione con lei che gli intima di alzare un gran polverone, ma lui non è d’ accordo e lei se ne va. Cipriani, inizialmente, non viene creduto dalla Polizia francese, ma poi, prima un Commissario e successivamente un influente Avvocato gli fanno capire che uccidere Milo Ruiz è la sola cosa da fare perché contro i poteri forti non si può fare nulla e bisogna impegnare un revolver ( … ) e lui lo farà riavendo in cambio la moglie, diventando, però, lui stesso, un killer? Oppure lotterà con tutte le sue forze insieme a Milo il quale si è convinto di alzare il polverone per denunciare tutta la corruzione dilagante? Per una volta, il finale non ve lo voglio raccontare. Vi voglio solo dire di guardare il film fino in fondo perché fino all’ ultima scena è davvero pieno di suspense e riserva una grossa sorpresa.
Un film avvincente, intrigante, anche romantico in alcune scene con un Oliver Reed davvero superbo ed anche un ottimo Fabio Testi che, prima di vestire i panni del Commissario Palmieri ne “ Il Grande Racket “, offre una grande prova di sé.