Genova è la città protagonista di questo poliziottesco, il secondo di questo 2019 ed il ventiseiesimo da quando ho iniziato questa rubrica. Nelle precedenti venticinque pellicole non era mai stato protagonista Franco Gasparri, che in questo film del 1975 interpreta il ruolo del Commissario Mark Terzi ne “ Mark il poliziotto spara per primo “, che altri non è che il seguito di Mark il poliziotto “ e che precederà “ Mark colpisce ancora “, che, però, pur avendo ancora per protagonista Franco Gasparri, delle due precedenti pellicole, in comune, avrà solo il nome, e nemmeno il cognome, del protagonista e nemmeno il ruolo, visto che da Commissario nelle prime due, nella terza sarà solo un semplice agente. Franco Gasparri era un attore noto per i fotoromanzi della Lancio e si cimentò nel genere poliziottesco, era molto amato dalle teen – ager dell’ epoca e la trilogia, soprattutto i primi due film, ebbe un particolare successo. Il buon film che vi analizzerò oggi vede la regia di Stelvio Massi, le musiche da night di Adriano Fabi e come altri buoni interpreti vede Lee J. Cobb, nel ruolo dell’ ambiguo Commendator Benzi e protagonista di altre pellicole di questo filone, un sempre bravo Massimo Girotti, che interpreta il vice Questore Spaini ed un pochissimo credibile Nino Benvenuti che, smessi i panni da pugile, provò a cimentarsi nel cinema, ma con poco successo.
Mark Terzi arriva a Genova, dove deve indagare sul rapimento di Benzi e, successivamente, su alcune morti misteriose firmate La Sfinge, morti all’ apparenza non connesse l’ una con l’ altra ma, quando guarderete il film, vedrete che la connessione c’è. Arrivato all’ aeroporto, Terzi ha un dialogo con un suo informatore che gli dice di sapere dove viene tenuto prigioniero, su una nave in demolizione, il Commendatore. Terzi si reca sul posto, libera il Commendatore ed uccide uno dei rapitori, ma l’ altro, Morini, dopo uno spettacolare inseguimento prima in macchina e poi a piedi, si eclissa. La Sfinge, intanto, già aveva colpito e colpirà ancora: prima, una giovane sposa, poi un capomastro, poi il direttore di un giornale ed infine il Giudice Istruttore Guglielmi, tutti uccisi con un fucile di precisione. Benzi, dopo il rapimento, sfrutta questo fatto per farsi ulteriore propaganda, visto che si presenterà alle elezioni amministrative e Terzi dovrà, seppur controvoglia, fargli da scorta evitando che gli possa succedere qualcosa visto che è il Commendatore, Presidente di un Consorzio Bancario, ad essere il vero obiettivo de La Sfinge. Lui, l’ impresario Borelli e Ghini, interpretato da Benvenuti, sono tre loschi figuri. Nel frattempo, Terzi continua a dare la caccia a Morini e viene a sapere che il rapitore si è recato a casa della sua donna, Franca. Dopo una breve perquisizione nell’ appartamento, i due si ritrovano faccia a faccia ma la ragazza si frappone fra il Commissario ed il bandito il quale la uccide e fugge di nuovo. Spaini non disprezza l’ operato di Terzi ma lo invita ad agire con più calma, senza successo. Continua la caccia a Morini, mentre la Sfinge inizia a mettersi in contatto col Commissario. Terzi vede l’ ombra di una pistola, si avvicina e riesce a riportare la situazione a suo favore, ma chi impugnava la pistola era una giovane ragazza, la sorella di Franca, Angela, la quale è convinta che sia stato Terzi ad uccidere sua sorella e poi si fa sfuggire dove sia Morini, che si trova ad uno Sporting Club a Savona.Terzi lo raggiunge e lo insegue fin dentro un cinema dove viene proiettato “ La polizia ha le mani legate “, e dopo una breve sparatoria, Morini viene ucciso. La Sfinge ha in mente un unico piano: far esplodere più bombe che mettano al tappeto Genova, sempre che Benzi non si uccida. Ma perché questo misterioso killer vuole Benzi morto? Intanto, Terzi, nel proseguimento delle sue indagini, uccide un patetico Ghini e tutti i suoi scagnozzi, intimando poi al ragioniere di Ghini di consegnargli determinati documenti su ci sono riportate notizie alquanto interessanti. Angela si è innamorata di Mark Terzi e cerca di aiutarlo nelle indagini anche per trovare giustizia per la morte della sorella.
E siamo alle scene finali: Terzi, parlando proprio con Angela, capisce che l’ ultima bomba è stata messa in cima allo stabilimento dell’ Italsider e lì si reca, dopo aver fatto avvisare Spaini. La Polizia si reca lì, ma La Sfinge non vuole cedere. Terzi, allora, si fa calare da un elicottero in cima allo stabilimento dell’ Italsider dove, due secondi prima dell’ esplosione della bomba che avrebbe distrutto mezza Genova, riesce a disinnescarla con un colpo di pistola e, dopo una breve colluttazione, riesce a disarmare il misterioso killer dal quale riesce a farsi spiegare il perchè di tanto odio verso Benzi e gli altri loschi figuri. La Sfinge altri non era che un normale cittadino che si sarebbe dovuto sposare ma che il giorno del matrimonio non vide arrivare la futura moglie sull’ altare morta per il crollo di un pilone stradale realizzato proprio dalla ditta di Benzi e dei suoi soci; l’ uomo era poi impazzito e finito in manicomio, meditando la sua vendetta. Terzi gli dice che è tutto finito e di scendere con lui, ma un tiratore scelto della polizia gli spara alle spalle e lo uccide. Spaini gli dice che sono cose che in questo lavoro possono succedere e Terzi se ne va, non prima, però, di aver messo le mani addosso al Commendatore ed aver consegnato al Vice Questore i documenti che incastrano Benzi. E Terzi, pur chiamato da Angela, malinconicamente si allontana mentre scorrono i titoli di coda.
Come classifico questo film fra i ventisei analizzati finora? Sicuramente fra i primi dieci, ma non fra i primi cinque, essendo un film un po’ diverso dai poliziotteschi ai quali eravamo fin qui abituati. Gasparri, a mio parere, è un gradino sotto rispetto ai vari Merli e Merenda, ma bisogna anche dire che sono stati solo tre i film di genere da lui interpretati, non avendo poi avuto la possibilità di girarne altri anche a causa dell’ incidente in moto che ebbe nel 1980 e che lo lasciò paralizzato, per poi morire nel 1999 per una crisi respiratoria. Gasparri, semmai, può essere paragonato ai due sopramenzionati per la innata voglia di giustizia, ma senza ricorrere all’ uso di quella violenza che aveva contraddistinto molti film dell’ epoca. Se poi si vuole evitare il paragone con i classici poliziotteschi, lo si può definire un ottimo film di denuncia, in cui la corruzione ed il malaffare, purtroppo, proliferavano e tuttora proliferano.
Stefano Steve Bertini