Umberto Eco, con la dibattutissima dichiarazione sulle “legioni di imbecilli” che, da quando esistono i social, hanno diritto di parola e un pubblico di ascoltatori sproporzionato rispetto a prima, ha sostanzialmente scoperto l’acqua calda. Solo che è stato il primo personaggio di una certa caratura ad avere il coraggio di dirlo in Italia, perciò fa notizia e se ne discute. Sostanzialmente mi trovo d’accordo e trovo anche utile allargare il discorso, così da arrivare al mio lavoro e anche a questo sito
Eco non solo parla di “legioni di imbecilli” a cui ora è permesso di dire qualsiasi cavolata garantendo loro ascolto di una platea e soprattutto impunità (vista l’assenza di leggi e regole chiare sulla diffamazione via social e simili), non solleva solo il problema delle chiacchiere da bar superficiali e disniformate che assumono la forma scritta e automaticamente vengono nobilitate a opinione, ma segnala anche quanto sia difficile ristabilire la verità di fronte al dilagare delle notizie false, delle opinioni spacciate per notizie, delle imprecisioni, delle forzature, delle bufale
Questo è un problema enorme che più volte, nella mia esperienza di editore di una testata web locale, ho tentato di mettere in luce. Un fenomeno che, nel mio piccolo, tento di combattere ogni giorno con sempre più difficoltà perchè la stupidità alimenta stupidità, chi è stupido diventa ancora più stupido e anche chi non lo è certo non migliora, ma semmai rischia di essere tirato verso il basso perdendo progressivamente il senso delle cose
La realtà è che ormai almeno la metà dei link che circolano e vengono condivisi su Facebook sono di notizie false credute vere. Aldilà dell’uso dei titoloni, giunto a livelli paradossali anche nelle testate più serie e rispettabili, c’è il proliferare sempre più incontenibile di siti che fanno soldi (una montagna di soldi) distribuendo bufale acchiappa-clic
Non si tratta di sana e saggia ironia, come fa Lercio, ma di semplice business. Il business della bufala. Si arriva persino a fare siti in cui si mescolano notizie vere e bufale senza specificare altro, con semplici disclaimer del genere “alcune notizie potrebbero essere false”, intitolando testate addirittura con nomi simili a quelli di testate già esistenti e famose per aumentare ulteriormente la confusione. Tutto ciò, ovviamente, nella totale impunità
Il fenomeno è giunto a livelli tali che è impossibile ripristinare la verità, come ha sottolineato Eco. Una notizia falsa, anche se smentita, rimane notizia vera perchè non ci sono i mezzi per impedire il ripristino della realtà
E’ quindi verissimo che l’informazione web, partita con i migliori auspici (noi siamo stati i primi a cercare di fare le cose in modo serio, ormai quasi 10 anni fa), è stata via via subissata dai social e da tutto quello che sui social specula. Tutto ha tirato verso il basso ed è ormai davvero difficile riuscire a lavorare in modo serio, libero, senza condizionamenti, senza rischiare di finire impaludati. Continueremo comunque sperando, prima o poi, che qualcuno intervenga e trovi meccanismi di sostegno a chi, nel delirio generale, ancora cerca di usare il cervello